Marzo
2005

Luca Nobile

TERRA ACQUA ARIA FUOCO

Il simbolismo fonetico differenziale di un sistema semantico delimitato


Il sistema delimitato dei nomi dei quattro elementi naturali (terra, acqua, aria, fuoco), designazioni comuni dei quattro stati della materia (solido, liquido, gassoso; energia), costituisce un buon terreno per vagliare la pertinenza dei valori materiali della lingua (significanti) ai suoi valori concettuali (significati). Infatti, da un lato, l'omogeneità del corpo fonico (tutti bisillabi), del campo semantico (tutti elementi del paesaggio naturale) e della frequenza d'uso (tutti appartenenti al vocabolario di base), dall'altro l'esiguità e la pregnanza archetipica del sistema differenziale che mutuamente instaurano, ne fanno dei mediatori privilegiati per una ricerca di carattere scientifico sul simbolismo preconscio del linguaggio.

Presupponiamo qui, senza ripeterla, la cornice teorica (su Saussure e l'arbitrarietà del segno) e filosofica (su Heidegger e la metafisica) già profilata nell'articolo L'origine fonosimbolica del valore linguistico nel vocalismo dell'italiano standard (in "Rivista di filologia cognitiva", gennaio 2003, w3.uniroma1.it/cogfil/fonosimbolismo.html). Ci limitiamo ad aggiungere un cenno alla semantica cognitiva. Tra i tratti che la qualificano in opposizione alla semantica storica, a quella strutturale e a quella generativa, spicca il concetto di embodiment "corporeità, incarnazione" (Violi 2003), secondo cui i valori semantici reperiscono i loro archetipi logici nell'esperienza sensomotoria del corpo in relazione all'ambiente fisico (sistemi metaforici della fagocitazione, della locomozione, dell'alto-basso, dell'avanti-dietro, etc.).

Qui noi abbracciamo una prospettiva simile per quanto concerne la categorizzazione del versante semantico, ma aggiungiamo un elemento nuovo. Se è vero che il segno si "incarna" nell'esperienza corporea quanto al suo versante semantico, è vero anche, a maggior ragione, che esso appare sin dall'inizio "incarnato" in un'altra esperienza corporea: quella dell'articolazione fonetica. Anche in essa, categorie sensomotorie come aperto-chiuso, avanti-dietro, alto-basso giocano un ruolo fondamentale. Ci sembra dunque legittimo interrogarci, come facevano gli antichi (Eraclito, Platone, gli Stoici, Nigidio Figulo), sul rapporto tra questi due livelli della cognizione. A differenza degli antichi, però, noi adottiamo una concezione differenziale del segno, scomponiamo i fonemi in tratti distintivi, e consideriamo i significati, non come idee o immagini dei referenti, ma come loro determinazioni aspettuali.

I quattro nomi degli elementi naturali sono:

Terra /tèrra/

Acqua /akkwa/

Aria /arja/

Fuoco /fwòko/.

A. Le loro differenze fonetiche sono così analizzabili:

1. Quanto alla sequenza di sillabe aperte (A) o chiuse (C):

- due elementi, /tèrra/ e /akkwa/, presentano una struttura del tipo CA

- due elementi, /arja/ e /fwòko/, presentano una struttura del tipo AA

Cioè /tèrra/ e /akkwa/ cominciano in sillaba chiusa (/ter-/, /ak-/), mentre /arja/ e /fwòko/ in sillaba aperta (/a-/, /fwò-/).

2. Quanto alla sequenza di vocali (V) e consonanti (C):

- due elementi, /tèrra/ e /fwòko/, presentano una sequenza del tipo CVCV.

- due elementi, /akkwa/ e /arja/, presentano una sequenza del tipo VCV.

Cioè /tèrra/ e /fwòko/ cominciano in consonante (/t-/, /f-/), mentre /akkwa/ e /arja/ cominciano in vocale (/a-/).

3. Quanto al timbro della vocale tonica:

- due elementi, /akkwa/ e /arja/, suonano in centrale aperta.

- due elementi, /tèrra/ e /fwòko/, suonano rispettivamente in medioanteriore aperta e in medioposteriore aperta.

Cioè /akkwa/ e /arja/ gravitano entrambe sulla vocale /a/, mentre /tèrra/ e /fwòko/ si ripartiscono sulle due opposte vocali medie /è/ ed /ò/.

4. Quanto al timbro della vocale atona:

- tre elementi, /akkwa/, /arja/ e /tèrra/ escono in centrale aperta.

- un elemento, /fwòko/, esce in medioposteriore aperta.

Ciòè /akkwa/, /arja/ e /tèrra/ finiscono in /-a/ e sono femminili, mentre /fwòko/ finisce in /ò/ ed è maschile.

5. Quanto al rapporto tra tonica ed atona:

- tre elementi, /akkwa/, /arja/ e /fwòko/ ripetono il timbro della tonica nell'atona.

- un elemento, /tèrra/, lo varia.

6. Quanto al timbro consonantico iniziale:

- due elementi, /akkwa/ e /arja/, non hanno consonante iniziale.

- due elementi, /tèrra/ e /fwòko/, hanno consonante iniziale sorda e si oppongono come [occlusiva] contro [fricativa] e come [dentale] contro [labiodentale].

Cioè la consonante iniziale di /tèrra/ è più chiusa e posteriore di quella di /fwòko/.

7. Quanto al timbro consonantico interno:

- due elementi, /tèrra/ e /arja/, suonano in vibrante alveolare sonora.

- due elementi, /akkwa/ e /fwòko/, suonano in occlusiva velare sorda.

Cioè /terra/ e /arja/ sono caratterizzate dal timbro di /r/, mentre /akkwa/ e /fwòko/ sono caratterizzate dal timbro di /k/.

8. Quanto all'intensità consonantica:

- due elementi, /tèrra/ e /akkwa/ presentano il grado intenso.

- due elementi, /fwòko/ e /arja/ presentano il grado tenue.

Cioè /tèrra/ e /akkwa/ hanno le due consonanti "doppie" /rr/ e /kk/, mentre /fwòko/ e /arja/ hanno gli stessi due timbri consonantici, ma "scempi": /r/ e /k/.

9. Quanto ai nessi consonantici:

- tre elementi, /arja/, /akkwa/ e /fwòko/ presentano nessi in semiconsonante.

- un elemento /tèrra/ non presenta nessi consonantici.

Cioè, /arja/, /akkwa/ e /fwòko/ mediano il trapasso da consonante a vocale attraverso il suono di /j/ o di /w/, mentre /tèrra/ non lo media.

10. Quanto ai timbri semiconsonantici:

- due elementi, /akkwa/ e /fwòko/ presentano la semiconanonante labiovelare.

- un elemento, /arja/ presenta la semiconsonante palatale.

Cioè i due elementi in occlusiva velare /k/ adottano la transizione posteriore e grave /w/, l'elemento in fricativa alveolare /r/ adotta la transizione anteriore e acuta /j/.

Queste differenze sono così riassumibili:

a. /arja/ e /akkwa/ si associano contro /tèrra/ e /fwòco/ in virtù di 2, 3 e 6, cioè per il fatto di cominciare e finire in vocale, e per il fatto che questa vocale è la centrale aperta /a/.

b. /tèrra/ e /akkwa/ si associano contro /arja/ e /fwòko/ in virtù di 1 e 8, cioè per il fatto di cominciare in sillaba chiusa e di presentare il grado intenso della consonante.

c. /akkwa/ e /fwòko/ si associano contro /terra/ e /arja/ in virtù di 7 e 10, cioè per il timbro della consonante interna /k/ e per il timbro della semiconsonante /w/.

Inoltre:

d. /tèrra/ si oppone a tutti in virtù di 5 e 9, cioè per la tonica in /è/, che differisce dall'atona, e perché non presenta nessi in semiconsonante (oltre che per l'iniziale /t/).

e. /arja/ si oppone a tutti in virtù di 10, cioè perché presenta /j/.

f. /fwòko/ si oppone a tutti in virtù di 4, cioè per la tonica in /ò/, che si ripete nell'atona (oltre che per l'iniziale /f/).

g. /akkwa/ non si oppone mai a tutti, e in questo, appunto, vi si oppone.

B. L'armonizzazione inconscia tra fonetica e semantica è così descrivibile:

1. La sola occlusiva iniziale (/t/) spetta alla Terra, l'elemento solido.

2. L'elemento liquido e il gassoso, Acqua e Aria, fisicamente caratterizzati dalla penetrabilità, sono contraddistinti invece dall'iniziale a massima apertura /a/, ribadita in posizione finale.

3. Tra di essi, tuttavia, l'elemento più penetrabile, l'Aria, si distingue da quello meno penetrabile, l'Acqua, come una fricativa tenue (/r/), più aperta, si distingue da un'occlusiva intensa (/kk/), più chiusa.

4. Inoltre, l'elemento più alto, l'Aria, si distingue dall'elemento più basso, l'Acqua, come l'articolazione più anteriore (/rj/) e di timbro più alto (/j/) si distingue dall'articolazione più posteriore (/kkw/) e di timbro più basso (/w/).

5. Entrambi gli elementi pesanti, che stanno in basso, Terra e Acqua, si distinguono da quelli leggeri, che stanno (o vanno) in alto, Aria e Fuoco, come due sillabe chiuse (/tèr-/, /ak-/) e come due consonanti intense (/rr/, /kk/) si distinguono da due sillabe aperte (/a-/, /fwò-/) e dalle rispettive consonanti tenui (/r/ e /k/).

6. Gli opposti cosmici Terra e Aria sono messi in relazione dal comune timbro di /r/, convenientemente differenziato quanto all'intensità, e si oppongono come la chiusura del solido (/t/ e /ter-/) si oppone all'apertura del gassoso (/a/ e /a-/).

7. Gli opposti cosmici Acqua e Fuoco sono messi in relazione dal comune timbro di /k/ (e /w/), convenientemente differenziato quanto all'intensità, e si oppongono come la pacifica penetrabilità del liquido (/a-/) si oppone alla penetrabilità meno pacifica della fiamma (/f-/).

8. L'esclusiva vocazione posteriore e grave del Fuoco (/..ò.o/), che non è propriamente uno stato della materia, bensì il prototipo dell'energia, ne marca la differenza sostanziale da tutti gli altri elementi; l'energia si distingue dalla materia come un nome maschile da tre femminili, seguendo, in ciò, un archetipo tradizionale.

9. L'esclusiva articolazione anteriore e acuta dell'Aria (/j/) ne connota la caratteristica altezza e sottigliezza.

10. La composizione non esclusiva dell'Acqua, cioè il fatto che possieda solo tratti condivisi con gli altri elementi, risponde al suo statuto di mediatore fisico tra di essi: circolando tra cielo e terra, il liquido può assumere tanto lo stato solido (neve, ghiaccio) che quello gassoso (vapore): esso è in effetti una specie di jolly, tanto fisicamente che foneticamente.

Nel loro insieme, Terra, Acqua, Aria, Fuoco costituiscono un sistema differenziale di valori linguistici assai ben integrato nei suoi aspetti materiale e concettuale, stretto attorno all'economia dei mezzi che impiega per esaltare le rispondenze oppositive tra i tratti. Così il modulo /a..a/ è ripetuto due volte, ed è poi variato in /..ò.o/; i timbri delle consonanti interne sono soltanto due, /r/ e /k/, e vengono entrambi variati quanto al tratto di intensità, /rr/ e /kk/; i timbri delle vocali toniche sono distribuiti in modo simmetrico nel triangolo vocalico: due centrali /a/, una anteriore aperta /è/, una posteriore aperta /ò/. Le differenze fisiche tra gli elementi, che queste quattro parole non cessano di nominare, da noi, con piccole variazioni, da quasi tremila anni, appaiono ben espresse, riassunte come in un simbolo, dalle loro differenze fonetiche.

Forse, l'aria avrebbe anche potuto chiamarsi acqua, e la terra, fuoco: forse. Certo, così non è stato. E questo essere-così delle cose, questo non essere altrimenti, è parte, ci pare, della loro verità.


Suggerimenti bibliografici


PUNTI DI VISTA